In cosa consiste l’indice di prestazione energetica casa, chi è autorizzato a calcolarlo e quando è obbligatorio per legge
L’indice di prestazione energetica casa è un valore numerico, calcolato da professionisti del settore, con il quale si indica la quantità totale di energia che si produce annualmente in un’abitazione per sopperire a tutte le necessità. L’unità di misura dell’indice è rappresentato dai KWH/MQ annui ed è ottenuto in seguito a misurazioni precise effettuate nell’appartamento in questione.
L’indice di prestazione energetica viene spesso abbreviato con la sigla IPE, ma la denominazione corretta a livello internazionale è EPgI, con cui si indica l’indice generale. Tale valore è ottenuto sommando gli indici parziali, relativi a particolari settori energetici. Attualmente in Italia la legge prevede l’indicazione dell’EPgI negli annunci di locazione o vendita degli appartamenti, all’interno del processo di certificazione energetica. I valori che devono essere inseriti nell’indice generale sono attualmente solo due: quello dell’EPi, relativo all’indice di prestazione per la climatizzazione invernale, e quello dell’EPacs, relativo all’indice di prestazione per l’acqua calda sanitaria. Il valore di EPgI indicati all’interno della certificazione energetica è quindi la somma dei due valori parziali menzionati. Di norma invece l’indice totale dovrebbe comprendere al suo interno anche due ulteriori fattori: l’EPe, indice di prestazione per la climatizzazione estiva e quindi per gli impianti di raffreddamento e l’EPill, indice di prestazione per l’illuminazione artificiale.
A seconda del valore di EPgI ottenuto durante la misurazione, un’abitazione viene inserita in una delle 7 classi energetiche previste. La classe A è la più efficiente e prevede un EPgi inferiore ai 29 KWH/MQ annui, mentre la classe G è la meno efficiente e si applica a tutti gli immobili con indice di prestazione energetica superiore ai 132,5 KWH/MQ annui.
La tendenza generale a livello mondiale nella costruzione di nuovi edifici è quella di cercare di realizzare immobili sempre più efficienti dal punto di vista energetico, per tale ragione esistono dei parametri da rispettare in tal senso. Le nuove costruzioni, infatti, devono obbligatoriamente mantenersi entro un determinato valore di indice di prestazione energetica per poter essere considerati a norma e tale indice deve essere certificato durante lo svolgimento dei lavori stessi di costruzione.
Per calcolare l’indice di prestazione energetica ed ottenere l’attestato di certificazione energetica, ci si rivolge alla figura professionale del certificatore. Per ottenere tale qualifica è necessario superare uno specifico corso di studi, aperto soltanto a chi già possieda una laurea o un diploma appartenente all’area tecnica di riferimento, si pensi ad esempio a geometri, architetti o ingegneri. Il calcolo dell’EPgi si avvale di documentazione pregressa fornita dal cliente, nella quale sono compresi il libretto dell’impianto di riscaldamento e la planimetria dell’immobile, e di dati rilevati in maniera diretta dopo un sopralluogo. L’obiettivo del sopralluogo è quello di controllare di persona lo stato di salute degli impianti e di verificare il livello di isolamento termico di cui le coperture dell’appartamento godono, comprese le pareti e il soffitto.
Fino a Gennaio 2013 i proprietari di immobili con bassa efficienza energetica avevano la possibilità di effettuare un’autocertificazione di classe G, evitando così di dover richiedere l’attestato di certificazione energetica e di calcolare quindi l’EPgi, ma da tale data questa opzione è stata eliminata. Ad oggi chiunque costruisca un nuovo appartamento, effettui lavori sostanziali di ristrutturazione oppure decida di mettere in affitto o in vendita il proprio immobile avrà quindi l’obbligo di comunicarne l’indice di prestazione energetica generale.